Psichiatra austriaco. Fondatore della psicanalisi. Di famiglia ebrea,
compì gli studi a Vienna dove si era trasferito a quattro anni.
S'interessò presto di problemi filosofici e psicologici e si iscrisse
alla facoltà di medicina, spinto non tanto dal desiderio di esercitare la
professione, ma per l'interesse che era andato maturando per la ricerca
fisiologica. Fu questa ad assorbirlo maggiormente in quel periodo, tanto che si
laureò solo nel 1881, con tre anni di ritardo, quando già si era
fatto un nome come ricercatore e la laurea gli serviva per qualificarsi come
insegnante di fisiologia. Il suo interesse era particolarmente indirizzato allo
studio del sistema nervoso e su questo argomento egli aveva pubblicato la sua
prima relazione nel 1877, a ventun anni. Contemporaneamente si era interessato
ai problemi della suggestione ipnotica e nel 1878 aveva seguito alcune
dimostrazioni del famoso neurologo francese M. Charcot. Specializzatosi in
neuropatologia, nel 1885 ottenne una borsa di studio per l'estero e trascorse il
biennio 1885-86 in Francia seguendo alla Sorbona le lezioni del Charcot e
interessandosi all'uso che dell'ipnosi facevano i medici della scuola di Nancy.
La maggiore influenza sul suo orientamento la esercitò però il
medico viennese J. Breuer che gli fu molto vicino e lo aiutò anche
finanziariamente. Questi aveva cominciato a curare, sin dal 1881, individui
affetti da nevrosi con un metodo da lui definito "catarsi ipnotica". Conseguita
la libera docenza nel 1886,
F. cominciò a esercitare a Vienna la
libera professione, curando dapprima l'isteria e le altre forme nevrotiche coi
metodi tradizionali: riposo, massaggi, idroterapia, stimolazioni elettriche,
ecc., poi (1887) ricorrendo alla suggestione ipnotica e successivamente (1889)
alla catarsi ipnotica di Breuer, attraverso la quale elaborò una propria
tecnica che cominciò ad applicare nel 1892. Nel 1886, dopo un lungo
fidanzamento, si era sposato con Martha Bernays: dal matrimonio nacquero sei
figli, tra cui Anna, che abbracciò la sua stessa professione. Frutto
della sua collaborazione con Breuer fu tra l'altro un lavoro di fondamentale
importanza per lo sviluppo della dottrina e della tecnica psicanalitica:
Studi sull'isteria (1895). Contemporaneamente andava però attuando
il proprio distacco dalle teorie del Breuer e giunse alla conclusione che la
scienza non era ancora in grado di costruire, su basi neurologiche, una completa
teoria psicologica. Cominciò così a elaborare le prime idee
direttive della
psicanalisi, termine da lui introdotto nel 1896. Nel 1899
portò a termine la stesura dell'
Interpretazione dei sogni, in cui
pervenne a una formulazione precisa delle sue scoperte. Nel 1901 pubblicò
La psicopatologia della vita quotidiana, in cui esaminava alcuni
particolari fenomeni che si possono riscontrare nel funzionamento della nostra
memoria. Sin dal suo primo diffondersi, le sue teorie provocarono, da un lato,
interesse e adesioni entusiastiche, dall'altro, dure opposizioni e
ostilità, soprattutto da parte degli ambienti accademici tradizionali.
Nel 1902 fu nominato professore straordinario all'università di Vienna,
ma solo nel 1920 ottenne la nomina a professore ordinario. Nel 1905 la
pubblicazione dell'opera
Tre saggi sulla teoria della sessualità
sollevò contro di lui nuove accuse d'immoralità, ma frattanto,
attorno alla nuova dottrina, andava costituendosi un primo gruppo di seguaci.
Nel 1906 si ebbe l'adesione alla psiconalisi di C. G. Jung. Presto però
cominciarono a manifestarsi dissensi e nel 1910, poco dopo la fondazione
dell'
Associazione psicanalitica, avvenne il distacco di A. Adler e, nel
1913, anche quello di Jung. Negli anni seguenti,
F. perfezionò e
modificò, sia sul piano tecnico che su quello teorico, la psicanalisi,
illustrando i risultati conseguiti in vari scritti. Nel 1938 in seguito
all'occupazione nazista dell'Austria, lasciò Vienna, trasferendosi,
vecchio e sofferente, a Londra dove morì di cancro (i primi sintomi si
erano manifestati sin dal 1923).
F. possedeva una forte capacità
introspettiva e una grande abilità nel servirsi dei risultati
dell'introspezione per indovinare i pensieri e i sentimenti altrui. Egli stesso,
inoltre, fu vittima di una forma nevrotica: durante tutto il periodo in cui
stava sviluppando la sua tecnica terapeutica, soffriva di una paura eccessiva
per la morte e per i viaggi lunghi; era preso alternativamente da stati di
allegria e di depressione; soffriva di disturbi cardiaci e gastrici, senza che
sussistessero cause fisiche determinabili. Ciò gli facilitò, in
parte, il compito, consentendogli di condurre le proprie osservazioni anche su
se stesso e di trarne le opportune deduzioni. Del resto, nel 1912 affermò
con grande fermezza che il solo modo per essere qualificati a praticare la
psiconalisi era quello di essere stati psicanalizzati. Introdusse inoltre
continue innovazioni e formulò durante tutto il corso della sua vita
nuove ardite teorie.
F. considerò, all'inizio, la psicanalisi come
un semplice trattamento terapeutico per la cura delle nevrosi, poi come un
metodo generale per indagare sulla parte inconscia della psiche umana e, infine,
giunse a formulare un complesso di dottrine e di ardite ipotesi,
psicofilosofiche, tendenti a spiegare ogni attività umana.
F. fu
scrittore fecondissimo e oltre duecento furono le sue pubblicazioni, tra volumi,
memorie, opuscoli, ecc. Un'edizione completa delle sue opere fu pubblicata
quando egli era ancora in vita (
Gesammelte Schriften von Sigmund Freud,
10 volumi 1924-1934). In Italia la pubblicazione completa delle sue opere
è iniziata nel 1967 (
Opere di S. Freud). Oltre agli scritti citati
ricordiamo:
Delirio e sogni della "Gradiva" di Jensen (1907);
Un
ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci (1910);
Totem e Tabù
(1913);
Al di là del principio del piacere (1919);
Psicologia
delle masse e analisi dell'Io (1921);
L'Io e l'Es (1923);
Inibizione, sintomo, angoscia (1925);
Il disagio della
civiltà (1929);
Mosé e il monoteismo (1934) (Freiberg,
Moravia 1856 - Londra 1939).